La nostra storia

Le origini di un’azienda cosi innovativa nel campo dell’arredamento si fondano in un vissuto parecchio travagliato ma allo stesso tempo affascinante. La nostra storia infatti nasce con un unico obiettivo: la ricerca del bello. Il mio intento era proiettato ad osservare ciò che è bello, non da un punto di vista soggettivo bensì oggettivo, concetto di “bello” inteso in senso universale. Armonie, forme e colori che si fondono insieme in una libertà una narrazione che avrà come fil rouge quadri, pittori e le più belle città europee.

Sono nato a Trentola-ducenta, da una madre napoletana e un padre brindisino, lui era un carabiniere e dal loro matrimonio nacquero cinque figli, io ero il terzo. Nei primi anni di vita a causa del lavoro di papà ci spostammo in diverse città per poi stabilirci a Napoli. La mia infanzia fu caratterizzata dall’ambivalenza tra il carattere dolce e protettivo di mia madre e l’educazione severa imposta da mio padre.  Il mio carattere sensibile ed estremamente curioso non riusciva a conciliare con i modi austeri che vigevano in casa. 

Allora all’età di quattrodici anni dopo un’accesa discussione con mio padre decisi di trasferirmi da suo fratello, in una delle città più sviluppate italiane, Torino definita “piccola Parigi”.  

Arrivato nel capoluogo piemontese mi ritrovai in un mondo totalmente nuovo, segnato dalla fortissima crescita economica del secondo dopoguerra. Iniziai sin da subito a seguire mio zio durante le sue giornate per poter apprendere il suo lavoro. Zio era uno scultore e decoratore e prestava il suo servizio al comune di Torino o presso enti culturali privati. Ero affascinato dal suo modo di dare forma alla materia grezza per creare vere e proprie opere d’arte. Ero attratto dal concetto di plasticità delle forme e sentivo crescere dentro di me un’esigenza creativa, un bisogno dal quale da lì a poco non avrei più saputo rinunciare. Comprai le prime tele e colori con i pochi soldi che guadagnavo, non sapevo cosa aspettarmi dal futuro, ma sapevo che ogniqualvolta posavo il pennello sulla tela era lì che riuscivo a rappresentare i miei pensieri, i miei sogni e le mie aspettative per il futuro. 

Di tanto in tanto tornavo a Napoli a far visita alla mia famiglia, momento in cui riuscivo ad incontrare i miei amici partenopei. Parlavamo dei nostri sogni, degli ideali della libertà che tanto desideravamo ed io ero fiero di poter dire che guadagnavo qualcosa dai miei, ancora acerbi, quadri. Come tutte le comitive di ragazzi, di ogni epoca, eravamo curiosi di conoscere delle ragazze, allora un pomeriggio ci recammo all’educandato femminile, e proprio lì conobbi la donna che di lì a qualche mese divenne mia moglie. Paola era una ragazza dieci anni più giovane di me, colta, perspicace, un’intelligenza pura con la quale passavo i pomeriggi a parlare delle teorie Freud, delle riflessioni su Rousseau o delle varie interpretazioni dei testi sacri. Una mente brillante che contribuiva a fare chiarezza, insieme alla cultura, in un momento in cui ero convinto di voler fare arte, il bello, sebbene impaurito per l’instabilità economica che questo mondo porta con sé.

Spinto dalla passione e dall’appoggio di Paola, la mia fidanzata, decisi di aprire uno studio di pittura a Napoli dove potevo dipingere i miei quadri insieme ad altri artisti, ciò non mi consentiva una vita agevole. Inizialmente io stesso compravo le tele prodotte nel mio studio per poi rivenderle, sin da subito mi accorsi che questo fosse sufficiente a mettere le basi di ciò che più desideravo, un futuro stabile e sereno con Paola. Nel frattempo i mesi passavano, ed io, che avevo vissuto in una delle città più sviluppate italiane, non riuscivo proprio ad accettare alcune restrizioni di orari per incontrare Paola, il mio desiderio era sposarla il prima possibile. 

Avevo deciso di cambiare questa situazione, pertanto pensai di comprare una fornitura di aste di legno e una sega a mano, risolsi producendo cornici, così da poter offrire ai miei clienti un prodotto finito. Col tempo gli affari cominciavano ad andare bene e presi un laboratorio più grande, comprai due macchinari e assunsi delle dipendenti per il confezionamento dei quadri.

Chiesi a Paola di sposarmi ed in breve diventammo marito e moglie. Anche aveva una forte propensione per l’arte, in particolar modo per la pittura e il suo spirito creativo dava vita a meravigliosi paesaggi ispirata, da tutti i miei racconti dei viaggi che avevo compiuto e di quelli che ancora dovevamo fare insieme. Cominciammo a partecipare a tutte le aste di quadri italiane, da Palermo a Viareggio.  

Arrivarono a distanza di pochi anni l’uno dall’altro i nostri tre figli, e con loro ogni Maggio prima con la roulotte e poi con un furgone Volkswagen andavamo in campeggio. Cinque, Sei mesi fuori casa per viaggiare, conoscere nuove mete e nuove culture, abituare i nostri occhi al bello e in quei bellissimi viaggi pieni di ricordi e di esperienze io ne approfittavo per vendere i miei quadri in giro per l’Europa. Svezia, Inghilterra, Olanda mete che hanno ispirato noi alle lavorazioni che ancora oggi realizziamo. Tutto era proiettato a divenire dei professionisti, in un settore in cui devi conoscere tutto, motivo per cui cercavamo di fare nostri i loro modi di vivere la casa.

Dal confezionamento dei quadri decidemmo di produrre anche telai per pittori per poterci occupare di tutta la filiera degli stessi. Riuscimmo ad aprire tre gallerie d’arte a Napoli tra Poggioreale, il Vomero ed un’altra nel cuore di Napoli, eravamo diventati un punto di riferimento per i quadri in tutta la Campania e oltre. Codesti cominciarono a non essere più sufficienti per la richiesta in costante aumento.

Fornivamo aziende di mobili che vendevano soggiorni completi delle nostre opere d’arte. Tra cui ci imbattemmo in un mobilificio del centro Italia che di lì a poco fallì. In un primo momento di sconforto e di paura per l’accaduto, decisi di recarmi a Pesaro per accordarmi con la stessa. Non potevo permettermi di vedere tutti i sacrifici di una vita mandati in fumo. Da quell’incontro ci accordammo per avere, in cambio dei miei quadri, dei soggiorni di loro produzione ad un prezzo molto vantaggioso. 

Uno di questi, lo mettemmo in esposizione in una delle nostre gallerie ed in un giorno lo vendemmo e di seguito fino all’ultimo. Avevamo compreso che questo settore ci apparteneva, di fatto nel tempo riuscimmo ad aprire un altro locale di 170 mq nel cuore di Napoli (di mobili). L’accaduto, per noi, è stato l’inizio di una nuova epoca.

Un anno decidemmo di andare in viaggio a Miami, un viaggio di piacere, forse il primo di tutte le nostre avventure. Una sera mentre ero sul letto, dopo una giornata passata tra lunghe passeggiate, accesi la televisione e passavo da un canale all’altro, non per guardarla, poiché non conosco l’inglese, ma per rilassarmi, fui colpito da una pubblicità di mobili. Una pubblicità con un uomo in giacca e cravatta che descriveva tutti i mobili in vendita i ogni minimo dettaglio, finita la descrizione dei mobili, questa pubblicità non finiva, anzi ricominciava d’accapo. Chiamai subito Paola ed ebbi l’idea di farla anche per la nostra azienda, era necessario entrare nelle case delle persone, farci conoscere, far vedere cosa vendevamo e cosa eravamo capaci di progettare. 

Tornati a Napoli contattai la televisione locale e con l’aiuto di una giornalista acquistai la pubblicità ad ore.  Il giorno dopo eravamo pronti ad una normale giornata di lavoro, ma giunti al negozio trovammo tantissime persone ad aspettarci. La mia tecnica di vendita era basata sul vendere in quantità con un basso guadagno. In breve tempo mi inimicai mobilieri e rappresentanti. 

Il punto vendita non era più sufficiente e ci mettemmo alla ricerca di uno nuovo, molto più grande. 

In breve tempo il nostro successo fu all’apice, tanto da arredare le case più belle di Napoli e provincia. Nel nuovo locale, più grande, assumemmo architetti ed arredatori, formandoli non solo dal punto di di vista professionale, ma anche sul modo di rapportarsi con i clienti.

In quegli anni eravamo soliti trascorrere le nostre vacanze a Sorrento, cittadina ricca ed elegante, un giorno passeggiando ci imbattemmo in un locale sul corso principale che decidemmo di prendere. Da quel momento nacque Pino De Bernardi Ti Arreda. 

Col trascorrere del tempo, le industrie non riuscivano più a soddisfare le nostre esigenze di “concetto di bello”, motivo per il quale decidemmo di metterci in società con un artigiano di Radicofani, vicino Siena, ma essendo la fabbrica in collina d’inverno la neve ci impediva i trasporti. Motivo per il quale ci trasferimmo ad Acquapendente, una cittadina a valle nella bassa maremma, dove ancora oggi produciamo i nostri arredi su misura in legno.  

La famiglia per necessità lavorative fu costretta a dividersi tra Napoli ed Acquapendente, Paola gestiva il negozio di Napoli ed io la fabbrica di Acquapendente, insieme decidemmo di aprire uno showroom a Roma per ricongiungere la famiglia. Mastro Geppetto.

La passione per l’arte e l’arredo è stata tramandata anche ai miei figli, Ingrid, che già da piccola lavorava con noi ed Esmeralda e David che dopo la laurea si sono uniti a noi. 

Da quel momento sono stati tanti i successi anche a Roma, dove ormai da vent’anni Mastro Geppetto è diventato un brand conosciuto e oggi riferimento di alta modellistica nel mercato. Realizziamo cucine e arredi su misura esaudendo tutti i sogni delle nostre clienti.

Attualmente i punti vendita nella via dell’arredo romano di Gregorio VII sono tre. All’interno di questi il nostro team progetta a quattro mani con i clienti in modo da produrre cucine e arredi su misura sempre nuovi e diversi, dei PEZZI UNICI di legno, realizzati con amore per voi.

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